Interessi
Gli interessi rappresentano la somma che il cliente deve corrispondere alla banca come compenso, al fine di ottenere la disponibilità di capitale per un certo periodo di tempo. Di norma gli interessi bancari sono indicati con una percentuale, che è, appunto, il tasso d’interesse. Quest’ultimo rappresenta l’ammontare dell’interesse applicato al capitale preso in prestito, quindi l’importo della remunerazione del creditore.
Esistono diverse tipologie d’interessi bancari tra cui interessi attivi, interessi passivi, interessi semplici e interessi composti. Nello specifico:
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Interessi attivi: il cliente matura interessi attivi nel caso di conti correnti e conti deposito. In questo caso è quindi la banca a corrispondere gli interessi per aver ricevuto in deposito una somma di denaro che può essere utilizzato per altre operazioni finanziarie.
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Interessi passivi: rappresentano un costo per il cliente e sono dovuti in caso di prestiti, mutui e finanziamenti. Il cliente si impegna a corrispondere gli interessi passivi all’istituto di credito o alla banca che ha concesso il finanziamento.
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Interesse semplice: in questo caso a variare è il regime di capitalizzazione. L’interesse semplice o lineare è l’interesse che si accumula linearmente, in altre parole la sua determinazione avviene in base alla proporzione aritmetica fra l’ammontare del capitale impiegato e il tempo di utilizzo.
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Interesse composto: detto anche anatocismo, rappresenta l’interesse che viene regolarmente aggiunto al debito. In questo caso l’interesse è composto perché viene calcolato non solo sul capitale principale, ma anche sugli interessi aggiunti al debito originario. Gli interessi maturati, così, si aggiungono al capitale iniziale, producendo a loro volta nuovi interessi. L’anatocismo bancario è consentito, nell’ordinamento italiano, solo in ambiti ristretti.
Gli interessi che il cliente deve pagare all’istituto di credito compongono la quota interessi, che ha una diversa composizione in base al tasso d’interesse che è previsto dal contratto, alla durata del finanziamento, all’ammontare del capitale prestato e ad una serie di altre variabili.
Solitamente, al fine di valutare la convenienza di un prestito o di un finanziamento, si utilizza il TAN, Tasso Nominale Annuo, una percentuale che indica gli interessi da restituire alle fine del prestito. Questo indice rappresenta quindi, in modo sintetico, l'interesse applicato al prestito, e viene di norma accompagnato dal TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale), per una valutazione più completa della convenienza del finanziamento.